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Cameo, quando l’organizzazione è smart anche in ufficio

Manuela Cortesi

Content Manager

Ci sono realtà che hanno compreso le potenzialità dell’essere una Smart Organization prima che la pandemia, con le sue quarantene, desse una grande spinta. E cameo spa è certamente una di queste. Già dal 2016 infatti cameo spa ha ricercato l’innovazione partendo da due macro-tematiche: l’Activity Based Working (ABW) e il Lavoro Agile. La sfida era allora, come oggi, garantire il raggiungimento dei risultati aziendali e, al contempo, una buona giornata lavorativa a tutti i dipendenti e collaboratori. Per far questo, si è posta l’attenzione alla gestione dei tempi e work-life balance: quello che è apparso chiaro sin da subito, è stata la necessità di porre le basi culturali e anche strumentali affinché potesse esserci una collaborazione proficua tra le persone a prescindere dalla postazione lavorativa.

Activity Based Working e Lavoro da remoto: la ricetta giusta

“Nel 2016 abbiamo costruito il Campus cameo, la nostra nuova sede”, spiega Monica Chiari (Head of People & Culture di cameo spa). “L’obiettivo è utilizzare gli spazi del Campus in maniera intelligente e in relazione alle attività da svolgere: ecco cosa intendiamo per ABW, Activity Based Working. Ci sono delle docking station universali, degli open space e nessuna posizione dedicata a una singola persona: ciascuno si siede dove preferisce a seconda delle attività che ha in previsione di fare.”

L’azienda ha dovuto rivedere le dotazioni e studiare una telefonia che fosse integrata nel pc, superando il concetto di postazione fissa.

“I benefici sono stati tanti, ma soprattutto le persone ora interagiscono tra loro in base all’obiettivo e non più limitatamente alla prossimità fisica”, spiega Monica Chiari.

All’Activity Based Working si affianca in maniera complementare il Lavoro da remoto: un vantaggio in termini di risparmio di tempo per i workers e di CO2 nell’ambiente, ma anche l’occasione per i manager di sviluppare nuovi stili manageriali e capacità organizzative orientate alle performance.

La cultura, prima di tutto

cameo spa ha intrapreso un percorso insieme a Variazioni di assessment del proprio contesto organizzativo, base di partenza per una crescita culturale consapevole e partecipata. Col top management è iniziata una riflessione profonda sui valori chiave condivisi, del perché si sceglie di lavorare in cameo. Proprio dall’esperienza dei manager in questo senso è nato il concetto di new normal, accompagnato contestualmente da un percorso culturale rivolto poi a tutti i livelli aziendali che ha avuto tra le sue concrete ricadute la nuova policy.

“Siamo consapevoli che la Smart Organization è un processo graduale, un viaggio che va intrapreso a livello culturale”, continua Monica Chiari. “Per esempio in cameo lavoriamo anche sul wording. Se dico ‘Il collega non c’è, è in smart working’ sto dicendo qualcosa di sbagliato: è corretto sottolineare che il collega non è al campus, sta lavorando in remote working’. Le parole sembrano una sottigliezza ma in realtà sono la fotografia della percezione dei workers.”

Per fare una smart organization infatti serve il giusto mindset: è fondamentale comprendere che il gruppo c’è, anche quando non si vede. Si tratta di una forma mentis che deve riguardare non soltanto i manager, ma tutti quanti: bisogna mettersi nelle condizioni di collaborare indifferentemente in maniera sincrona o asincrona sempre con la medesima efficacia.

“L’impiego corretto degli strumenti digitali è indispensabile nei team ibridi”, puntualizza Chiara Codecà (PM & Trainer di Variazioni). “È un modo nuovo di lavorare, ci sono strategie anche per condividere i documenti nella maniera più corretta, per esempio. Sono tanti gli asset su cui è necessario fare un salto di competenze, e in cameo lavoriamo nel supportare le persone proprio a fare questi passaggi di apprendimento.”

campus cameo

Al lavoro come a casa

“Creiamo il gusto di casa”, ecco il purpose di cameo spa. Come lo rivolge ai consumatori, così cameo si applica affinché tutti i suoi collaboratori siano contenti e orgogliosi del proprio lavoro. Questo è possibile soprattutto grazie a un endorsement forte nel voler essere una smart organization da parte di tutta l’organizzazione:

“Quello che è stato fondamentale in cameo è la volontà di chi sta alla guida, dei nostri manager, di cambiare a livello culturale”, spiega Monica Chiari. È imprescindibile lavorare sull’aspetto culturale, che è il punto di partenza e anche il punto di arrivo. Quando si inizia è importante essere consapevoli degli obiettivi dell’organizzazione in termini di nuovo approccio al lavoro. Tool e spazi servono, ma da soli non bastano. Il percorso va accompagnato perché smart manager e smart worker non si nasce, ma si diventa.”

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